Jumbo-Visma, il medico di Primoz Roglic attacca: “Mettono i risultati prima della salute. Dimenticano il giuramento di Ippocrate e sono prigionieri del capitale”
Il medico di Primoz Roglic accusa la Jumbo-Visma. In un’intervista con Sportal, il dottor Mito Bracic, fisioterapista e dottore in scienze sportive ha spiegato che dopo la caduta al Tour nella tappa del pavé, il corridore sloveno ha scoperto i danni che questa aveva causato (frattura di due verterbe) solo dopo aver deciso in autonomia di sottoporsi a risonanza magnetica, mentre il team aveva messo i risultati sportivi prima della salute dell’atleta. Una situazione che, a sentire Bracic, era già avvenuta dopo il Giro dei Paesi Baschi, quando il team aveva consigliato al suo corridore solo di “prendere una pastiglia” quando invece ulteriori esami fatti dal corridore hanno poi rivelato la rottura del tendine del muscolo del polpaccio.
“Quel giorno tutto ruotava intorno alla slogatura alla spalla – ha esordito parlando della tappa del pavé – Quella non mi preoccupava. Tuttavia c’erano informazioni nascoste, anche Primoz non me ne aveva parlato durante la corsa, aveva dei problemi con la schiena. Credo non abbiano detto nulla perché la tattica era che Primoz aiutasse Jonas Vingegaard a battere Tadej Pogacar. Solo alla fine dell’undicesima tappa, quando Vingegaard aveva un grande vantaggio, era chiaro che Primoz avesse fatto il suo lavoro. Ma la storia si è ripetuta di nuovo quando la squadra ha detto che l’infortunio non era nulla, doveva solo prendere una pastiglia. Solo quando Primoz ha fatto una risonanza di sua iniziativa a Montecarlo e mi ha mandato le foto abbiamo capito che l’infortunio non era così piccolo. I dottori dei team a volte dimenticano il giuramento di Ippocrate e sono prigionieri del capitale. Lavorano per il beneficio del team, non per quello del paziente o dell’atleta, purtroppo”.
Il dottore ha poi spiegato che l’infortunio del Tour di quest’anno è stato peggiore di quello dello scorso anno (che però aveva portato al ritiro dopo solo un paio di tappe) perché continuando a pedalare il tessuto molle intorno alle vertebre fratturate si è infiammato, ma ha anche precisato che la decisione di continuare a correre il Tour è stata dello stesso corridore, che ha definito “troppo buono per il suo ambiente” al contrario della maggior parte degli atleti “egocentrici ed egoisti”.
Non è mancata, però, una nuova stoccata alla Jumbo-Visma, relativa al primo momento in cui Roglic è entrato in contatto con Bracic, ad aprile di quest’anno: “Primoz sta facendo molto bene alla Vuelta, direi anche sorprendentemente, visto quello che ha passato questa stagione. Ha avuto due infortuni seri. Anche se non vince e va almeno sul podio, sarà un grande successo. Dopo i Paesi Baschi mi ha contattato con alcune valutazioni sulla sua condizione, che erano completamente sbagliate. Fino ad allora non aveva ancora fatto esami approfonditi. Il team aveva ipotizzato che fosse del dolore dietro al ginocchio e gli aveva suggerito una pastiglia, ma lui stesso sentiva che non era abbastanza. Non appena l’ho esaminato con gli ultrasuoni ho capito che c’era la rottura del tendine del muscolo del polpaccio. Primoz ha fatto una risonanza il giorno stesso e le mie conclusioni sono state confermate”.
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